Quando una persona ha la grande fortuna di insegnare ad altri alcune cose speciali di cui è a conoscenza, deve prendere questa fortuna come un vero e proprio dono.
Ognuno di noi avrà avuto un insegnante a scuola che non trasmetteva passione per ciò che insegnava. Quando una persona non ci mette passione, si vede, si intuisce e questa mancanza ha poi effetti negativi su chi si trova dall’altra parte, ad ascoltare la lezione.
Se si ha amore e passione per una determinata cosa, anche a chi ascolta lo percepisce. Avevo una professoressa di storia dell’arte, al liceo, che adorava spiegarci cosa fosse l’arte, in qualunque sua manifestazione; ci metteva un’attenzione e un amore che ancora adesso mi porto dietro anche da giovane donna, quando vado a vedere una mostra o ammiro un monumento.
E’ stata lei a farmi amare l’arte, così come è stata mia mamma a farmi amare la cucina. Non solo perché mi ha insegnato come si fa a cucinare, ma perché l’ha fatto con amore e passione. Proprio come la mia professoressa di storia dell’arte mentre ci spiegava il perché Tiziano avesse usato quel tono di rosso così “scuro” (che è diventato, poi, il suo marchio) o perché Degas avesse scelto di raffigurare nelle proprie tele le ballerine, o ancora perché gli impressionisti usassero pitturare en plein air.
Cose che ricordo come se non fossero passati 15 anni. Cose che ricordo quando cucino.
L’amore e la passione si riflettono in cucina. Nei piatti che preparerete, se non ci mettete amore e passione come ingredienti principali, il piatto verrà sì buono, ma mancherà di quel tocco speciale che incanta i palati.
Tra le prime cose che ho imparato in cucina, c’è l’ordine. Non tutti ameranno questa parte. Mia sorella, ad esempio, quando cucina, è un terremoto. Io al contrario, se non ho tutto in ordine, non riesco a cucinare: come mia mamma, del resto.
Un’altra cosa che ho imparato, a mie spese purtroppo, è che prima di imbarcarsi nel cucinare un piatto nuovo (specie se la ricetta è presa da un giornale o da internet) bisogna sempre fermarsi a leggerla, dedicarci qualche minuto. E leggerla tutta, fino in fondo, ancor prima di iniziare a cucinare!
Non sapete quante volte mi è capitato di comprare tutti gli ingredienti, iniziare a cucinare e poi rendermi conto che mancava un passaggio nella ricetta o che il procedimento prevedeva un ingrediente non citato nella lista. Insommma, il disastro.
Era lì che interveniva mamma, nel momento di panico, telefonicamente o di persona, mi aiutava sempre, ragionando con me su come potesse essere la ricetta corretta. E’ questo il problema del panico: ti avvilisci perché le cose non vanno come le avevi programmate; perché hai fatto un programma cadenzato al minuto per una cena e c’è quell’inconveniente che fa saltare tutto in aria; perché una ricetta non riesce.
Che sia panico, urla, lancio di piatti, o qualunque altra reazione (anche isterica) che possiate avere, respirate, chiamate qualcuno che vi può calmare e consigliare, stappate una birra, sorseggiate una tisana, ma fermatevi.
Risposate la mente e cercate di risolvere la situazione.
Al peggio, farete un altro tentativo o cambierete piatto. Nessuno ne soffrirà perché le altre cose che avrete preparato saranno squisite!
All’opera, quindi!
G.& A.
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